giovedì 17 settembre 2015

RIVOLUZIONE AMERICANA 2



























schemi generali








RIVOLUZIONE AMERICANA

Ascoltate e guardate questa bella lezione sulla Rivoluzione americana (1776-1787)
Rivoluzione americana


Ora leggete questi appunti:

La nascita degli Stati Uniti d'America L’ America settentrionale, ricoperta da foreste ed abitata da tribù che vivevano in semplicità, diventò territorio di conquista già a partire dalla fine del 1500. Infatti la necessità per le popolazioni europee di procurarsi delle pellicce spinse molti a ricercare questa merce pregiata. Così a partire dal XVI secolo, sulle coste atlantiche dell’ America del Nord si erano insediati coloni olandesi, francesi ed inglesi dediti al commercio delle pellicce. C’erano quindi anche gli inglesi e la loro colonia era cresciuta, poiché si erano aggiunte tutte quelle persone che erano state perseguitate in Inghilterra per le loro opinioni politiche e religiose, durante la dittatura di Cromwell, ed ora cercavano un territorio lontano, in cui vivere in pace e liberamente. Il più famoso gruppo di emigrati sbarcò a Capo Cod nel dicembre 1620. Erano 102 puritani (era una “setta” religiosa) in cerca di una terra dove poter pregare in pace e libertà, giunti da Plymouth sulla nave Mayflower. Prima di toccare la nuova terra giurarono di restare uniti e di sottomettersi alle regole stabilite “per il bene di tutti”. Quest’accordo conteneva il principio della uguaglianza politica, ecco perché i pellegrini del Mayflower sono considerati i padri fondatori della democrazia americana. Nel tempo gli inglesi occuparono un territorio sempre più vasto. Alla metà del XVIII secolo, le colonie erano diventate 13, con quasi due milioni di abitanti.La società coloniale somigliava a quella europea, ma le differenze erano meno profonde. Nelle colonie inglesi del Sud il potere era nelle mani dei grandi proprietari terrieri, ricchissimi grazie alle loro immense piantagioni di cotone e tabacco in cui lavoravano schiavi e negri, presi dalle coste africane. Ma nelle altre colonie la popolazione era formata da piccoli agricoltori indipendenti, che costituivano il 90% del totale dei coloni: gli altri erano mercanti, marinai, artigiani, armatori etc. Vivevano in piccoli villaggi, dalle case modeste e in gran parte di legno. Le città erano poche, la più grande era Filadelfia. I coloni erano religiosissimi, tanto che l’influenza del pastore religioso sulla comunità era molto forte, e la lettura della Bibbia una delle consuetudini quotidiane. Nella famiglia il marito era il capo assoluto e godeva della più completa autorità sui figli e sulla moglie. I rapporti fra gli abitanti delle colonie e la madrepatria (Inghilterra) non erano molto buoni. Ogni colonia, che disponeva di una propria assemblea elettiva, avrebbe voluto governarsi da sé; e invece i governatori nominati da Londra le tenevano sotto controllo. Sul piano economico, poi, il contrasto era assoluto. Per il governo inglese, i territori americani dovevano soltanto fornire materie prime (grano, legname, pellicce, ferro) ed essere un mercato per la produzione inglese, senza possedere industrie coloniali. Dovevano insomma vendere le materie prime delle colonie all’ Inghilterra, importare i manufatti dalla madrepatria stessa e pagarli ad un prezzo fissato dagli inglesi. Una situazione questa, che non poteva durare nel tempo. Fin quando i coloni ebbero bisogno di essere protetti dall’Inghilterra, contro i francesi che li circondavano, sopportarono a malincuore. Dopo le guerre coloniali con la Francia, la minaccia svanì. La guerra contro la Francia era costata una cifra colossale. Per raddrizzare il proprio bilancio, il governo inglese introdusse numerose tasse, alcune delle quali colpivano solo le colonie. I coloni reagirono prontamente, facendosi sentire contro il parlamento di Londra, non ritenendo giusta la decisioni di sottostare alle tasse da parte dell’Inghilterra. Difatti, nel parlamento inglese non c’erano deputati che rappresentassero le colonie, per cui non c’era nessun diritto a tassarli. La protesta impressionò il governo e le tasse furono cancellate, tranne il dazio (tassa) sulle importazioni del “tea”, mantenuto per affermare che, comunque, il parlamento inglese aveva il diritto di tassare le colonie americane. Nel 1773, per ribellarsi, un gruppo di americani travestiti da pellirosse gettò in mare il carico di tea di alcune navi giunte nel porto di Boston ("tea party"). Da qui iniziò il ricorso alle armi da parte dei coloni americani. Il re Giorgio III di Inghilterra decise di opporre le sue truppe contro i ribelli delle colonie, per riportare l’ordine e l’obbedienza. Nell’ aprile 1775, truppe inglesi si scontrarono con reparti di coloni a Lexington e a Concord. Le ostilità erano ormai aperte. Un congresso di delegati delle colonie riunitosi a Filadelfia organizzò un esercito di volontari, affidandone il comando a George Washington. Ciò malgrado, le colonie americane esitavano di fronte all’idea di una separazione netta dalla Inghilterra: il congresso tentò dunque di giungere ad un accordo. Ma re Giorgio III respinse ogni forma di compromesso, ritenendo i coloni americani dei ribelli. La rottura fu definitiva ed al congresso non rimase che proclamare il 4 luglio 1776 una solenne Dichiarazione d’ indipendenza delle colonie. Nasceva così il primo nucleo degli Stati Uniti. Mentre Washington cercò di dare un assetto militare ai suoi ribelli contro la Gran Bretagna, un grande diplomatico Benjamin Franklin decise di prendere contatti con le altre potenze europee per avere degli alleati contro l’Inghilterra. Così Francia, Spagna e Olanda decisero di scendere in campo contro gli inglesi per via di vecchi conti da regolare con essi. E l’esercito inglese venne sconfitto a Yorktown in Virginia, nel 1781. L’Inghilterra si decise allora a firmare la pace e, col trattato di Parigi del 1783 riconobbe l’indipendenza delle colonie americane.
Quando la guerra ebbe fine, gli americani si trovarono a discutere un problema importantissimo: che tipo di Stato dovevano organizzare? La costituzione approvata nel 1787 da un’assemblea composta da rappresentanti di tutte le colonie, stabilì che il nuovo Stato fosse di tipo federale. Ogni Stato, cioè, avrebbe deciso da solo, con un proprio governatore ed una propria assemblea, i propri problemi interni. Un solido governo centrale avrebbe invece provveduto ai problemi comuni a tutti gli stati che avrebbero dato vita agli Stati Uniti d’America. La costituzione, in vigore ancora oggi con poche modifiche, è molto agile: il capo dello Stato e del governo è un presidente eletto dal popolo. Il potere legislativo spetta a due assemblee composte da rappresentanti di tutti gli stati, la camera dei rappresentanti ed il senato. Il potere giudiziario è affidato ad una magistratura indipendente. Primo presidente americano fu George Washington. La Dichiarazione d’ indipendenza diceva con chiarezza che tutti gli uomini, e quindi anche tutti gli abitanti degli Stati Uniti erano liberi ed uguali. Ma era così per tutti? Gli indiani, per esempio che occupavano enormi territori sui quali potevano estendersi milioni di coloni, come venivano considerati? E la schiavitù dei neri, che erano costretti a sottostare ai padroni e lavorare duramente nelle piantagioni? Proclamare la libertà politica come diritto di tutti e perseguitare gli indiani o schiavizzare i neri era certo una contraddizione profonda. Questioni sociali che tormentarono duramente la nascita degli Stati Uniti e l’avvento della democrazia.
Una volta nati, gli USA si danno un'organizzazione politica (democrazia presidenziale) divisa in tre poteri: legislativo (Congresso), esecutivo (Presidente), giudiziario (Corte suprema). Federazione: lega di Stati, di cui ciascuno ha le proprie leggi, ma sono poi retti tutti da una Costituzione comune. Confederazione: unione politica di più Stati con degli interessi comuni a livello internazionale. Alcuni articoli costituzionali americani: art.1: tutti i poteri legislativi sono conferiti ad un Congresso degli Stati Uniti composto da un senato e da una camera dei rappresentanti. Art.2: Il presidente degli Stati Uniti sarà investito del potere esecutivo. Art.3: Il potere giudiziario viene affidato ad una corte suprema ed a quelle corti che il congresso può istituire. Il giudizio per tutti i crimini dovrà avvenire mediante giuria.

domenica 13 settembre 2015

Storia - Le rivoluzioni industriali

La rivoluzione industriale si verifica nella seconda metà del XVIII secolo, contemporaneamente alla diffusione delle idee dell'Illuminismo.
Rappresenta un cambiamento radicale dell'economia e della vita dei paesi occidentali, e il vero e proprio inizio di un modello di vita "moderno" di cui oggi siamo pianamente gli eredi.
Da questo momento in poi, le cose in occidente non saranno più come prima: comincia l'epoca della tecnica che permeerà di sé anche la vita quotidiana e comune di tutte le persone, l'ambiente circostante, l'organizzazione sociale, politica ed economica, le mentalità e i rapporti fra le persone e i gruppi.

Schema della prima rivoluzione industriale:

Schema delle tre rivoluzioni industriali:

Caratteristiche principali delle tre rivoluzioni industriali: